Bonus edilizi e responsabilità nell’appalto: cosa succede se i lavori non vanno a buon fine?
- lexplorepro
- 24 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 28 apr

1. Introduzione: perché se ne parla tanto?
Con l’introduzione e l’ampliamento dei cosiddetti bonus edilizi (Superbonus 110%, Ecobonus, Bonus ristrutturazioni, Sismabonus), moltissimi cittadini hanno avviato lavori di ristrutturazione, efficientamento energetico o miglioramento sismico delle proprie abitazioni.
Tuttavia, non sono mancati i problemi: lavori incompleti, ditte sparite, cessione del credito bloccata, contenziosi tra condomìni e imprese. In tutto questo, una domanda è ricorrente: chi risponde se l’appalto non va a buon fine? Che tutele ha il committente se l’impresa non rispetta i tempi, lascia i lavori a metà o utilizza materiali scadenti?
2. Il contratto d’appalto: una panoramica giuridica
Nel diritto civile italiano, il contratto di appalto è disciplinato dagli articoli 1655 ss. del Codice Civile. Si tratta di un contratto con cui una parte (appaltatore) assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, l’obbligo di compiere un’opera o un servizio verso un corrispettivo in denaro.
Gli obblighi principali dell’appaltatore sono:
eseguire l’opera a regola d’arte;
rispettare i termini pattuiti;
garantire l’opera per i difetti (art. 1667 c.c.).
Il committente, invece, ha il diritto di:
controllare l’andamento dei lavori (art. 1662 c.c.);
rifiutare l’opera se non conforme;
risolvere il contratto in caso di gravi inadempimenti (art. 1453 c.c.);
chiedere il risarcimento dei danni subiti.
3. Responsabilità per vizi e difformità: attenzione ai termini
Uno dei punti più critici riguarda la responsabilità per difetti dell’opera, che il codice disciplina in modo puntuale ma con termini molto rigidi:
Il committente ha 60 giorni dalla scoperta del vizio per denunciarlo;
L’azione si prescrive in 2 anni dalla consegna dell’opera;
Per gravi difetti, si può agire entro 10 anni, ma con denuncia sempre entro 60 giorni dalla scoperta (art. 1669 c.c.).
Attenzione: molti committenti perdono i propri diritti perché non denunciano per tempo, oppure non formalizzano correttamente la contestazione.
4. Bonus edilizi e appalti: un terreno minato
I bonus edilizi hanno moltiplicato i contratti di appalto in contesti dove spesso:
il committente non è esperto di lavori edili;
l’appaltatore agisce in fretta per rispettare i tempi fiscali;
intervengono general contractor o soggetti terzi (es. tecnici, asseveratori) che frammentano la responsabilità.
Inoltre, con l’istituto della cessione del credito o dello sconto in fattura, il committente a volte non versa denaro direttamente, e questo ha generato una falsa sensazione di “gratuità” che ha portato molti a sottovalutare gli aspetti contrattuali e le garanzie legali.
5. Cosa succede se l’impresa fallisce o i lavori restano incompiuti?
In caso di inadempimento dell’appaltatore, il committente può:
chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento;
richiedere un risarcimento danni (es. per spese sostenute, danni materiali, perdita di incentivi);
agire per il recupero del credito ceduto solo in casi eccezionali (soprattutto se c'è dolo o truffa).
Se l’impresa subappalta i lavori, il committente ha rapporti solo con l’appaltatore principale, a meno che non abbia firmato accordi diretti col subappaltatore.
6. La posizione del condominio: responsabilità collettiva?
Nel caso di lavori condominiali, la complessità aumenta:
il contratto è stipulato dall’amministratore, previa delibera assembleare;
tutti i condomini rispondono in solido verso l’appaltatore per il pagamento (salvo clausole liberatorie);
eventuali azioni legali (o difese) devono essere deliberate e autorizzate dall’assemblea.
Se i lavori sono difettosi, il condominio può agire nei termini previsti dall’art. 1669 c.c., ma è cruciale verificare le prove, come i verbali di consegna, i collaudi, le relazioni tecniche.
7. Conclusioni: cosa consigliare a chi deve appaltare lavori “agevolati”
Chi si accinge a ristrutturare usufruendo dei bonus edilizi deve:
stipulare un contratto dettagliato, con tempi, penali, garanzie;
verificare la solidità dell’impresa e la presenza di coperture assicurative;
conservare tutta la documentazione (PEC, relazioni, foto dei lavori);
consultare un legale prima di firmare, non dopo.
La stagione dei bonus ha mostrato come l’entusiasmo fiscale debba essere accompagnato da prudenza giuridica. La tutela dei propri diritti passa, sempre, dalla consapevolezza delle regole.
Box pratico: 7 consigli legali per chi ristruttura casa con i bonus edilizi
1. Redigi sempre un contratto scritto e dettagliatoNon affidarti a preventivi generici o accordi verbali. Il contratto deve indicare:
Oggetto preciso dell’opera
Tempi di esecuzione
Modalità di pagamento
Penali per ritardi o inadempimenti
Clausole su responsabilità e garanzie
2. Verifica l’affidabilità dell’impresaControlla:
Iscrizione alla Camera di Commercio
DURC regolare
Certificazioni SOA per lavori pubblici/complessi
Polizze assicurative RC professionale o decennale postuma
3. Chiedi referenze e visita altri cantieriMeglio un’impresa con cantieri già conclusi (e ben visibili). Le recensioni online aiutano, ma una visita sul posto vale molto di più.
4. Non sottovalutare la direzione lavoriAffidati a un tecnico di tua fiducia (ingegnere, architetto, geometra) che non sia interno all’impresa. Avrai così un controllo imparziale sull’esecuzione.
5. Conserva tutta la documentazioneSalva:
PEC e email scambiate
Asseverazioni tecniche
Fatture, bonifici parlanti
Relazioni e fotografie dell’avanzamento lavori
6. Denuncia tempestivamente i difettiSe noti vizi, denuncia entro 60 giorni dalla scoperta, con raccomandata A/R o PEC. Ricorda che:
Hai 2 anni dalla consegna per agire
In caso di gravi difetti strutturali, puoi agire fino a 10 anni
7. Consulta un avvocato prima di firmare (non dopo)Una consulenza iniziale ti costa meno di un contenzioso. Meglio chiarire subito rischi, clausole vessatorie e responsabilità.
Extra tip: Se hai ceduto il credito o usato lo sconto in fattura, informati bene su cosa succede in caso di blocco dei pagamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate o di contestazione dei requisiti. In alcuni casi, la responsabilità ricade anche sul committente.



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